Si è appena conclusa la prima Settimana nazionale delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), culminata ieri, 11 febbraio, nella Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza.
Questa iniziativa, introdotta dalla legge 187/2023, ha il chiaro obiettivo di sensibilizzare e stimolare l’interesse, la scelta e l’apprendimento delle discipline STEM, sottolineando sia l’importanza di un approccio multidisciplinare che include anche le arti (STEAM), seguendo vita e studi di illustri artisti e scienziati come Leonardo da Vinci e Michelangelo, ma anche il fatto che il mercato del lavoro richiede sempre di più figure tecnico specialistiche.
Secondo il Bollettino annuale 2022 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, infatti, nel 2022 la domanda di laureati ha superato le 780 mila unità, arrivando a rappresentare il 15,1% del totale dei contratti che le imprese intendevano stipulare, in aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2021. Il 47% di questi profili, però, risulta difficile da trovare.
Secondo l’Istat nel 2022 i laureati (25-34enni) nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche sono stati il 23,8% di cui il 34,5% uomini (un laureato su tre) mentre il numero delle donne si si è attestato al 16,6%. Sempre secondo l’Istat, nel 2022, il tasso di occupazione tra i 25-64enni laureati nell’area Umanistica e dei servizi è stato pari al 77,7%, mentre è all’83,7% per i laureati nell’area Socio-economica e giuridica. Ben più alto, invece, il tasso di occupazione per le lauree STEM che raggiunge l’86% e raggiunge il massimo valore (88,0%) per i laureati nell’area medico-sanitaria e farmaceutica.
In questo quadro, le donne sono molto spesso spinte dall’orientamento culturale secondo il quale gli uomini sarebbero più portati alle discipline scientifiche e non intraprendono percorsi di studi a carattere scientifico. Lo dimostrano anche i dati presenti nell’Osservatorio STEM, Rethink STE(A)M Education, ovvero lo studio condotto da Fondazione Deloitte e DCM Public Policy Program piubblicato nel 2022, secondo i quali le ragazze iscritte ad un corso di laurea in scienza e tecnologia ingegneria matematica sono il 14,5% di quelle che frequentano l’università e quindi molto al di sotto della media Europea. Questo dato è sicuramente influenzato dagli stereotipi di genere ma anche da una oggettiva difficoltà a fare carriera in Italia in queste discipline a fronte di percorsi di studio e di carriera molto impegnativi che poco si conciliano con i molteplici ruoli esercitati dalle donne. Eppure stando sempre alle statistiche, le ragazze che intraprendono studi tecnico scientifici si laureano prima dei colleghi uomini e anche con voti migliori.
Per questo, durante la Settimana STEM sono stati promossi numerosi incontri, eventi ed iniziative in tutte le scuole ed università per far conoscere i percorsi di studio e gli sbocchi professionali delle discipline tecnico-scientifiche.
In particolare, il MUR, Ministero dell’Università e della Ricerca, ha lanciato la campagna social rivolta ai giovani dal titolo “Io sono STEM”, durante la quale la scienziata Amalia Ercoli Finzi, l’astronoma Marica Branchesi, la fisica Lucia Votano, il Premio Nobel Giorgio Parisi, il neuroscienziato Giulio Deangeli e il biologo marino Mauro Celussi hanno fatto da testimonial per promuovere la scelta delle discipline tecnico-scientifiche tra gli studenti.
Certo queste iniziative sono molto importanti ma altrettanto importante è sovvertire gli stereotipi di genere e le convenzioni sociali e familiari in virtù delle quali le bambine e le ragazze vengono naturalmente indirizzate agli studi umanistici e artistici piuttosto che a quelli tecnico scientifici.
In questa ottica va vista l’introduzione dall’anno scolastico in corso, 2023/2024, nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa delle istituzioni scolastiche dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione e nella programmazione educativa dei servizi educativi per l’infanzia, di azioni dedicate a rafforzare nei curricoli lo sviluppo delle competenze matematico-scientifico-tecnologiche e digitali legate agli specifici campi di esperienza e l’apprendimento delle discipline STEM.
A tutto questo, però, si dovrebbero aggiungere anche percorsi di sostegno culturale ed economico per le famiglie le cui figlie intraprendono percorsi di studi STEM nonché percorsi motivazionale e di empowerment per le ragazze che si sentono inadatte e/o non all’altezza di tali studi.
Certo non è facile e nemmeno immediato realizzare la parità di genere negli studi STEM , tuttavia è necessario crederci e lottare per ottenerla.
Così come è stato fondamentale il contributo di ben 7 donne alla missione spaziale Mars 2020 della NASA che ha inviato su Marte il rover Perseverance (tra loro Swati Mohan, scienziata di origini indiane che ha diretto le operazioni della NASA per il Mars Guidance Navigation and Control (GN&C); Moogega Stricker, capo del JPL per Perseverance; Heather Ann Bottom, Systems Engineer per Perseverance; Vandana Verma che si è invece occupata dello sviluppo del rover, utilizzando peraltro una tecnologia di programmazione, PLEXIL, da lei stessa co-scritta e sviluppata) altrettanto fondamentale è il contributo femminile alle scienze, alla tecnica, all’ingegneria e alla matematica e per il futuro ci si deve augurare che tale contributo sia riconosciuto e non più ostacolato.