The Living Library o Biblioteca vivente è un metodo educativo non formale nato per promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi e favorire la comprensione reciproca.
Funziona proprio come una normale libreria: i visitatori possono sfogliare il catalogo per i titoli disponibili, scegliere il libro che vogliono leggere e prenderlo in prestito per un periodo di tempo limitato. Dopo aver letto, restituiscono il libro in biblioteca e, se vogliono, ne prendono in prestito un altro.
L’unica differenza è che nella Biblioteca Vivente i libri sono persone e la lettura consiste in una conversazione.
La prima Living Library è stata organizzata in Danimarca nel 2000 al Roskilde Festival. L’idea originale è stata sviluppata da una ONG danese, “Stop the Violence” (Foreningen Stop Volden) come parte delle attività che offrivano ai frequentatori del festival.
Oggi è un marchio registrato, The Human Library Organisation, con sede a Copenhagen, operativo in sei continenti e in attività in oltre 80 paesi.
La Biblioteca Vivente è entrata a far parte del programma del Consiglio d’Europa nel 2003 come buona prassi per il dialogo interculturale e come strumento di promozione dei diritti umani.
Infatti, grazie ai libri umani, i “lettori” possono entrare in contatto con persone con le quali nella quotidianità non avrebbero occasione di confrontarsi e con temi difficili da affrontare: Culture differenti, detenzione e carcere, dipendenze, disabilità, malattia mentale, orientamento sessuale, professioni, religioni, cultura Rom, immigrazione, e tanti altri.